Deperibilita’
svelta del cosiddetto “mondo reale”, non si distingue bene da un miraggio. Per
forza l’intelligenza arriva sempre in ritardo: non lo capisce proprio tutto
questo passare e perdersi nell’incerto, la dimenticanza che dovunque ci avvolge
e ci porta.
Ci hanno mescolato
le anime e ormai abbiamo tutti gli stessi pensieri. Noi aspettiamo ma niente ci
aspetta, ne’ un’astronave ne’ un destino.
Se adesso
cominciasse a piovere ti bagneresti, se questa notte fara’ freddo la tua gola
ne soffrira’, se torni indietro a piedi nel buio dovrai farti coraggio, se
continui a vagare sarai sempre piu’ sfatto. Ogni fenomeno e’ in se’ sereno.
Chiama le cose perche’ restino con te fino all’ultimo.
Gianni Celati,
Verso la foce (1989)