Una stretta di mano ai giovani ricercatori italiani
Al viaggiatore dell'autobus o della metro che sta per leggere questa lettera cosa può interessare della ricerca scientifica, tra gli spintoni e la fatica ad acciuffare il primo posto libero a sedere?
Può forse rendergli più piacevole la giornata sapere che ci sono ancora giovani in Italia che continuano tenacemente a voler fare ricerca, a studiare cioè come funziona la mente umana, come curare le malattie, come preservare e risanare l’ambiente, come risolvere la crisi tra Israele e Palestina, per aumentare le conoscenze e migliorare così la qualità della nostra vita?
Questi giovani ricercatori, spesso più che trentenni, vorrebbero continuare a fare ricerca nonostante le molte ed enormi difficoltà che hanno ancora davanti dopo le fatiche della laurea: i lunghi e incerti periodi di precariato, le permanenze di studio e lavoro all’estero con borse di studio da fame, e i non esaltanti guadagni che forse un giorno riusciranno a ottenere.
Perché lo fanno? Sono forse masochisti, visto che l’ultima finanziaria ha pure tagliato i pochi fondi destinati alla ricerca e bloccato le assunzioni?
Potrebbe essere una buona idea andare a chiederglielo oggi 13 Aprile alle ore 15 al girotondo su scuola, università e ricerca intorno al Ministero di viale Trastevere a Roma. Alle volte per allietare la propria giornata e quella degli altri basta un sorriso e una stretta di mano, ...
in girotondo!
Il Pensatoio della Ricerca http://gral.istc.cnr.it/rcalabretta/pensatoio