Breve storia di       Satriano (Catanzaro)

tratta dal volume del prof. Vincenzo Sia                    a cura di Silvana e Raffaele Calabretta
Satriano: antica città della Magna Grecia
 

Satriano (CZ)

 
 
Satriano: terra feconda di prìncipi, letterati e giuristi illustri.

La sua esistenza era già  cosa certa all’epoca della Magna Grecia, quando nacquero in Calabria le prime colonie.

All'epoca il fiume Cecino (l’attuale Ancinale) era molto piu' grande e, in rapporto alle navi di allora, navigabile per un buon tratto. Infatti Cecino: questo è il piu antico e primitivo nome di Satriano di cui si ha memoria nella storia. 

Il nuovo nome Satriano potrebbe risalire all’epoca bizantina, perché questo nome è stato riscontrato in un documento dell’Archivio Vaticano ed appartenente al VI secolo dopo Cristo. O si potrebbe dedurre che la nuova denominazione sia tutta romana almeno dell’epoca dell’Impero Romano.

La città di Satriano, come tutta la Calabria, fu occupata per parecchi secoli dall’Impero d’Oriente, il cui dominio fu quasi sempre minacciato dai Saraceni. L’occupazione bizantina si protrasse  specie sulle zone costiere e anche in Satriano. Situata in collina a pochi chilometri dal mare, per la sua vantaggiosa posizione naturale, Satriano non subì alcun danno da parte dei Saraceni. Infatti, protetta come era dalle sue montagne da una parte, dall’altra era dotata di un Castello Turrito, forse il piu grande, a quei tempi, di tutti quelli esistenti in Calabria.

Infatti, Satriano era un importante e potente sede feudale e possedeva un ricco ed esteso territorio. Godeva il dominio di tre casali: Davoli, S.Sostene e Cardinale, formati da gente distaccatasi da Satriano, per comodità di agricoltura e pastorizia.

Il paese, col trascorrere dei secoli si ridusse in un informe ammasso di rovine in seguito al violento terremoto nel 1783, oltre alle piene dei due fiumi denominati Ancinale e Ancinalesca.

Prima che il terribile terremoto distruggesse quasi tutto il paese, Satriano era bella e fiorente per i suoi palazzi e per le numerose cappelle,  per le sue opere architettoniche e gli affreschi che abbellivano le chiese. Tra gli affreschi celebri c’e "La Madonna della Pietà di Mattia Preti, originario di Taverna nelle vicinanze di Catanzaro. (Il Preti divenne famoso oltre per le sue opere anche per gli affreschi compiuti a Roma nelle chiese di S. Andrea della Valle e a San Carlo ai Catinari.) I numerosi quadri non esistono piu; unici cimeli dell’antico splendore di Satriano rimangono il frontespizio greco della Chiesa Matrice e l’artistico stemma, in marmo pregiato, della Casa Ravaschieri, ora sistemato su una piccola fontana all’entrata del paese.

Nel periodo rinascimentale in Satriano esistevano ben dodici chiese e tre ordini religiosi: Carmelitano, Domenicano e Francescano (Minori Riformati). Era un paese infatti popolato dalla nobiltà e dal clero.

I primi nobili a conquistare Satriano e una buona parte della Calabria sono stati i fratelli Normanni Roberto il Guiscardo e Ruggero di Altavilla che dopo aver scacciato i Bizantini dall’Italia Meridionale si erano divise le terre conquistate. A quest’ultimo era toccata buona parte della Calabria, comprendente il territorio di Satriano e i paesi limitrofi. Ruggero D’Altavilla aveva avuto modo di conoscere Satriano e il suo Castello anni prima, durante la guerra contro i Saraceni e i Bizantini. Il Castello era stato ritenuto  un valido aiuto di sicurezza contro le loro invasioni. D’Altavilla piu tardi volle che la Chiesa Matrice, costruita dai bizantini, prendesse il suo nome, in "Santa Maria d’Altavilla".

Fu dopo aver conosciuto e resa importante Satriano che Ruggero di Altavilla incontrò San Bruno, il fondatore della certosa di Serra  San Bruno, desideroso di abbandonarsi alla vita contemplativa e che cercò la solitudine nei boschi di Satriano. Insieme a cinque compagni dapprima  si ritirò nei boschi di Satriano dove trattò con  alcuni monaci basiliani che erano fuggiti dal Medio Oriente per le escursioni saracene e fondarono alcuni eremi. Presso le sorgenti del fiume Cecino S. Bruno fondò la sua Certosa ed eresse accanto la chiesa di S. Maria del Bosco. Furono i primi certosini di S. Bruno a dare al fiume Cecino il nuovo nome di Ancinale che significa "acque che vengono dall’antro o eremo".

Alla dinastia normanna erano succeduti gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi fino ad arrivare al regno di Napoli. Sotto questo dominio il feudo di Satriano  era governato dai Principi Ravaschieri Fieschi-Filangieri. Sotto questo Principato, Satriano gode un lungo periodo di pace. Filippo ultimo discendente dei Ravaschieri regnò per molti anni ricoprendo molti incarichi e la stessa principessa Teresa sua sposa e figlia del grande giurista Gaetano Filangieri fu nominata Dama di corte. I due Principi resero grande servizio al paese di Satriano durante il terribile terremoto del 1783 facendo venire da Napoli viveri indumenti e medicinali. Senza eredi il principato era passato dapprima a Carlo Filangieri nipote di Teresa  e ultimo regnante al figlio Gaetano. Lo stesso Gaetano fu fondatore del Museo Filangieri, da lui donato alla citta di Napoli.


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Raffaele Calabretta  
Institute of Cognitive Sciences and Technologies 
Italian National Research Council (C.N.R.)

Email: raffaele.calabretta@istc.cnr.it
 rcalabretta@tiscali.it



Last modified: 09/09/2015
Page Creation: May 16, 1999