In occasione del primo incontro della Darwinian Tea Society of Rome (!), i presenti (Raffaele Calabretta, Daniele Denaro, Riccardo Galbiati, Stefano Nolfi, Luigi Pagliarini e Domenico Parisi), hanno apprezzato notevolmente il tè e i pasticcini offerti da Riccardo Galbiati per festeggiare il suo compleanno. Dopo una breve presentazione delle finalità dell'iniziativa ad opera di Raffaele Calabretta, Riccardo Galbiati ha introdotto il tema del primo incontro, che non poteva essere altro che:
Wells ha usato il concetto di selezione naturale
per spiegare l'origine della colorazione scura negli africani ricorrendo
all'analogia con la selezione artificiale, usando il principio della correlazione
dei caratteri (non invocava un vantaggio diretto per la colorazione ma
una correlazione di sviluppo con un carattere non evidente di resistenza
alla malattia).
Poiché credeva nell'eredità per
rimescolamento riteneva che in una popolazione ampia e stabile le varianti
vantaggiose non potessero diffondersi ma potessero caratterizzare un insieme
di piccole popolazioni scarsamente interagenti a livello delle quali agiva
la selezione (interessante parallelo con il concetto di selezione di gruppo
elaborato da Sewall Wright).
Tuttavia in Wells questo meccanismo di selezione
non viene usato per spiegare l'evoluzione ma la creazione di nuove varianti
all'interno di una specie, quindi non in contrasto col credo religioso
e fissista.
In Matthew, compare una idea di selezione non
come forza di evoluzione ma come un concetto assiomatico ed intuitivo non
da dimostrare. Darwin l'ha invece sviluppata, ne ha studiato le implicazioni
servendosene come chiave di interpretazione del mondo biologico e umano.
Darwin non era il naturalista-medico del Beagle
ma il dottor Robert Mc Cormick. Darwin era un compagno di viaggio di Fitzroy
scelto perché di buona famiglia, la sua qualifica era quindi una
scusante (Darwin era stato raccomandato da Henslow, suo amico).
In tarda età Darwin ha descritto il processo
con cui è arrivato a spiegare l'evoluzione tramite selezione naturale
come frutto di una metodica osservazione dei fatti corroborata dalla lettura
illuminante del saggio di Malthus.
Tuttavia la nozione di selezione naturale non
derivò solo dai "fatti" raccolti durante il viaggio sul Beagle:
come esempio si possono portare i fringuelli delle Galapagos, che Darwin
riconobbe come specie della stessa famiglia solo successivamente a Londra,
con l'aiuto di un ornitologo del British Museum). Tuttavia riconobbe, sulla
base delle indicazioni della popolazione locale, i diversi tipi di testuggini
endemici di ciascuna isola dell'arcipelago, anche se queste erano solo
varianti della stessa specie, che non erano in contrasto con il fissismo
creazionista che accettava la variazione.
Il viaggio però (e il bombardamento ideologico
di Fitzroy) accrebbero la sua attitudine al dubbio: ad esempio, le riflessioni
sulla "creazione separata" necessaria per spiegare la fauna di Marsupiali
australiani, di cui Darwin non vedeva una necessità particolare
dovuta alle condizioni ambientali del continente.
Ritornato dal viaggio, passò due anni nella
lettura di opere di filosofi, poeti ed economisti.
Come si desume dai suoi quaderni, in questi anni
si lanciò in ipotesi diverse (teoria della durata prefissata della
vita delle specie) ma soprattutto lesse le opere di tre autori: Comte,
sul valore predittivo che deve avere una teoria scientifica; Adam Smith,
da cui trasse l'idea - che trasferì al mondo naturale - che l'ordine
non nascesse da leggi divine o operanti globalmente ma dalla libera competizione
degli individui; ed infine Quetelet, uno statistico, nel quale trovò
esposte le idee di Malthus, che solo allora furono viste nella loro prospettiva
di possibile meccanismo causale della competizione (in quanto le risorse
crescono in progressione aritmetica, le popolazioni in progressione geometrica)
e quindi di selezione delle varianti dotate di maggior abilità competitiva;
si può immaginare, infatti, una sproporzione a favore della popolazione
rispetto alle risorse disponibili che porta alla lotta per la sopravvivenza
("struggle for life"). Darwin nell'elaborare la sua teoria si rifà
molto alla selezione artificiale utilizzata dagli allevatori alla sua epoca.
Naturalmente, questo poteva risultare fuorviante poichè poteva far
pensare alla selezione effettuata da un qualche Essere superiore.
Queste implicazioni si estesero anche ai campi
della Psicologia ( è interessante sottolineare che Darwin è
stato anche uno psicologo behaviorale, interessato, ad esempio, allo sviluppo
delle abilità linguistiche del figlio), Filosofia, Estetica ed Antropologia,
in una visione che lo portò a comprendere la sua idea "insidiosa"
che non era né l'evoluzione né la selezione naturale!
Il concetto di evoluzione all'epoca di Darwin
era la progressiva tendenza innata dei viventi alla perfezione, non in
contrasto con il credo religioso: anche la creazione di varianti non era
in contrasto con queste linee di pensiero, e nemmeno la selezione naturale
in sé (Dio potrebbe agire con l'evoluzione per selezione naturale
e non con la creazione).
La vera insidia ed eresia dell'idea di Darwin
era che essa si fondava sul materialismo: vale a dire la materia come essenza
di tutto ciò che esiste, mentre i fenomeni mentali e spirituali
sono prodotti secondari.
Queste idee sono state taciute nell'Origine ma
esplicitate nel 1871 e 1872 nell'Origine dell'uomo e nell'Espressione
delle emozioni. Tuttavia già nei suoi quaderni del 1838-1839
si leggeva: "Platone disse nel Fedone che le nostre idee immaginarie non
ci derivano dall'esperienza ma sorgono dalla preesistenza dell'anima, dove
per preesistenza si deve leggere scimmie".
Le ragioni del silenzio sono probabilmente due:
la paura di compromettere, con l'annuncio di un' eresia, un carriera promettente,
alimentata dall'apprezzamento ottenuto per il suo lavoro sul Beagle, ed
anche dalla considerazione che un attacco diretto alla religione si rivelava
di solito improduttivo: quindi anche successivamente alla pubblicazione
dell'Origine preferì un attacco indiretto con la forza delle
argomentazioni.
Bisogna inoltre ricordare come Engels e Marx
abbiano in qualche modo trovato delle similitudini e dei supporti al loro
materialismo storico nell'opera di Darwin, con cui Marx era in corrispondenza.
Temi sollevati
Selected References